Oggi e fino al prossimo 2 aprile è ancora il 2 aprile. Sono passati pochi giorni dagli eventi organizzati in occasione della IX Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo. In questi giorni il nostro lavoro con i bambini, le scuole e le loro famiglie ci ha costantemente ricordato la necessità di essere più consapevoli ogni giorno. Dobbiamo essere più consapevoli di cosa significhi per una persona con autismo quando “il mondo è troppo”, come ci ha raccontato Simone Knowing Simon S., autore del libro “Paolo secondo me”, all’incontro organizzato dall’Università Cattolica presso il Centro Asteria. Dobbiamo essere più consapevoli delle fatiche delle famiglie che si trovano a non sapere che strada intraprendere, a che sito internet credere, in che modo comunicare con il loro bimbo per farsi capire (e penso al gruppo dei genitori presenti con le loro preoccupazioni e le tante domande all’evento organizzato dal comune di Brugherio). Qualcuno dal palco in questa giornata ha anche detto che questo è il tempo del fare, perché a pensare abbiamo già pensato tanto, e che non è più il tempo di farsi delle domande ma di dare delle risposte.
Io francamente di domande ne conservo molte. Ogni persona che incontro me ne pone di nuove. Ma le risposte che abbiamo trovato, ecco, quelle vorremmo condividerle il più possibile.
Sabato sera, di ritorno dai vari eventi, abbiamo saputo che una delle risposte che in questi anni abbiamo trovato, l’App Immaginario, è stata presentata al Quirinale alla presenza del Presidente Mattarella. La presidente di ANGSA Veneto, Sonia Zen, ci ha regalato con grande coraggio una semplice e al tempo stesso straordinaria testimonianza: con il figlio, ha mostrato il sistema di immagini che Andrea utilizza ogni giorno, da quando si alza al mattino a quando va a dormire (e non a caso si è alzato dal suo posto per raggiungere la madre con l’iPad e Immaginario che mostrava la sua agenda della giornata). Sonia ci ha raccontato come una mattina un po’ diversa possa diventare un problema e non esserlo più, grazie al supporto delle immagini. Se non l’avete ascoltata in TV, guardatela qui. Un grazie speciale a Sonia e a tutti i genitori che ci insegnano molto dei loro figli! Che i ragazzi, i bambini e le loro famiglie rimangano sempre i veri protagonisti di questi eventi e che noi professionisti, che siamo quasi sempre “sul palco” al posto loro, ci facciamo piccoli piccoli, ogni giorno più consapevoli della loro sofferenza e del loro straordinario coraggio. Maria
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È ancora il 2 aprile
Occhi per pensare

Amedeo Modigliani, Jeanne Hebuterne
Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro per pensare. (Siracide 17, 10)
Continua la nostra riflessione su pensiero visivo e comunicazione. Siamo logopediste fortunate: continuiamo a fare incontri interessanti che arricchiscono di nuove scoperte e pensieri nuovi il nostro lavoro quotidiano.
Siamo partiti da un’idea condivisa da molti: che il linguaggio verbale da solo spesso non sia sufficiente a veicolare messaggi diretti alle persone con autismo, e che le immagini (o i segnali visivi in genere) più di ogni altro mezzo sostengano il significato che vogliamo trasmettere. Ma quali sono i supporti visivi che il bambino comprende in modo quasi istintivo (senza doversi concentrare troppo) nelle situazioni complesse di tutti i giorni? Quali immagini sono per lui immediatamente significative? Hanno bisogno di essere apprese collegandole ad un contesto o le possiamo utilizzare in modo disinvolto ed efficace anche “a prima vista”?
Avevamo già trovato le risposte adatte a ciascuno, raccolte un po’ empiricamente (provandoci), nella nostra pratica clinica. Era difficile per noi tradurre la pratica in indicazioni generali che potessero guidare il logopedista alla scelta di questo o quel supporto visivo (oggetto, carta, simbolo, foto…) per la comunicazione quotidiana.
Abbiamo utilizzato Immaginario in modo molto diverso con ciascun bambino, ragazzo o adulto, in modo creativo ma poco sistematico, sapendo che in alcuni casi le foto sarebbero servite più dei simboli, o che la disposizione verticale e in sequenza dell’agenda poteva non essere sempre significativa, o che girare la carta al termine dell’attività per alcuni era meno efficace del simbolo della spunta (che lascia visibile l’attività appena conclusa).
A dicembre abbiamo avuto la fortuna di partecipare al corso organizzato a Concorezzo da Cascina San Vincenzo e Hogrefe e abbiamo così incontrato per la prima volta la dott.ssa Cristina Menazza, psicologa di Padova, traduttrice dell’edizione italiana del test ComFor (Hogrefe). Ci siamo sentite immediatamente di aver raccolto lo stesso bisogno delle persone con autismo, di cui il test costituisce una prima risposta: attribuire significato alla realtà e alla comunicazione. Il test consente di stabilire il livello di attribuzione del significato da parte del bambino ai supporti visivi e di scegliere quale formato utilizzare per la comunicazione visiva, in particolare per quella in entrata. Operare questa prima valutazione con maggior sistematicità ci permette di individuare in modo più preciso e individualizzato le migliori strategie visive per la comunicazione, risparmiando tempo ed evitando inutili insuccessi.
E da allora il ComFor, strumento di facile applicazione che arricchisce e completa la borsa degli attrezzi del logopedista che si occupa di autismo e di disabilità intelletive, ci sta permettendo di procedere in modo più puntuale nell’individuare i possibili utilizzi di Immaginario. Nei prossimi mesi concluderemo un primo studio sulla correlazione tra i due strumenti.
L’incontro tra ComFor e Immaginario ha iniziato a dare i suoi frutti. A Milano, il 13 e il 14 settembre, Hogrefe, con il Dosso Verde di Milano e Parole Tue, organizza il primo corso di due giornate dedicate a ComFor e Immaginario (programma e iscrizione). Sarà una buona occasione per ripartire dal concetto fondamentale del significato: le strategie visive devono essere comprese perché possano trasmettere significati (il ComFor ci aiuta a scegliere quali utilizzare e in che modalità) e nello stesso tempo, utilizzate nella quotidianità (Immaginario ci permette di farne un uso intensivo nei contesti di vita), aiutano ad organizzare i significati della realtà che spesso non riescono a passare dalla parola, ma vengono riconosciuti con gli occhi. E ogni bambino ha occhi diversi per pensare.
Vi aspettiamo numerosi!
Il logopedista dal computer al tablet
Da tempo il computer riveste un ruolo molto importante nelle nostre terapie: uno strumento nella borsa degli attrezzi del logopedista motivante, generoso di immagini, immediato nel dare suggerimenti visivi e risposte ai bambini, anche quelli più difficili da coinvolgere. In questi anni abbiamo strutturato dei modelli di intervento, in gran parte impostati su presentazioni PowerPoint, che rendono più semplice il reperimento, la preparazione e la proposta di materiali figurati e azioni animate (attraverso l’utilizzo di scene tratte dai cartoni animati più noti).
Da oltre un anno ci siamo avventurate nel mondo delle App, su iPhone e iPad, per la comunicazione, ma non solo. La portabilità e la facilità d’uso di questi strumenti ha consentito un cambiamento importante nell’utilizzo di immagini per comunicare, soprattutto con bambini con Disturbi dello Spettro Autistico e gravi disabilità cognitive e comunicative.
Vogliamo condividere la nostra esperienza di questi anni in una mattinata dedicata a questi temi. L’invito è aperto a tutti ma è rivolto in particolar modo agli operatori, dal momento che è nostra intenzione trasmettere, a quanti parteciperanno, informazioni molto tecniche su come realizzare presentazioni Power Point e sull’utilizzo di alcune App interessanti che rispondono efficacemente ai nostri bisogni di terapisti del linguaggio e della comunciazione.
Accendi …l’albero
Una luce, una fiamma, una lampadina si possono accendere, ma anche una macchina e, di questi tempi, anche …gli alberi.
Le parole hanno molti significati e spesso le usiamo con troppa approssimazione perché siano comprese da tutti. Come fare per spiegare che l’albero di Natale che stiamo preparando verrà acceso solo alla fine? e cosa vuol dire acceso? e cosa significa alla fine?
Abbiamo provato a costruire con Immaginario una nuova agenda, approfittando delle feste natalizie ormai prossime, come semplice pensiero per augurarvi di trovare, anche in questo Natale, le giuste parole per tutti!
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Immaginario: nuova App per l’autismo
Abbiamo immaginato uno strumento che ci permettesse di disporre di carte di comunicazione in un click, anzi in un tap. Abbiamo avuto una buona occasione per provare a realizzare questo progetto. Di che cosa si tratta? Occorre partire da lontano.
In questi anni di lavoro con i bambini con disturbi nello spettro autistico, ci siamo rese conto di quanto il problema della comprensione sia centrale nella loro quotidianità: comprendere il programma della giornata, i passaggi per le autonomie, le regole sociali, le consegne quotidiane, la giustificazione degli imprevisti, la contrattazione di una richiesta (non adesso, dopo…), non è sempre possibile. Un linguaggio visivo ci permette, in molti casi, di fare anche ciò a cui solitamente rinunciamo ledendo i diritti alla comunicazione della persona: ottenere una risposta, partecipare, essere informato, ricevere informazioni, ricevere messaggi in modo comprensibile. Il linguaggio in immagini traduce in modo comprensibile e accessibile per il bambino con autismo, le comunicazioni dell’adulto, e sostiene il linguaggio anche in bambini che comprendono consegne verbali contestuali, visualizzando aspetti più astratti e complessi: i concetti temporali (prima e dopo, ieri, oggi, domani, sabato e domenica…), racconti e anticipazioni che si riferiscono a situazioni non contestuali (abbiamo fatto…, faremo…), azioni in sequenza, regole sociali.
Le potenzialità della comunicazione visiva si ampliano se la parola di cui ho bisogno, ad esempio per dare una risposta al bambino che mi porta una richiesta, posso ottenerla in immagini con pochi passaggi, in pochi secondi.
Abbiamo scommesso in questo senso sulle nuove tecnologie: un iPhone o un iPod Touch, che possiamo tenere in tasca o nella borsa, ci consentono di disporre o di creare in qualsiasi momento la carta giusta per rispondere, anticipare, informare, contrattare, guidare un comportamento. Così, dalla collaborazione con Finger Talks, è nata una nuova App, Immaginario, che mette a disposizione una galleria di simboli, ma soprattutto la possibilità di creare le nostre carte per comunicare con quel bambino, con foto che scattiamo e immagini che carichiamo, dalle nostre librerie o direttamente dalla rete.
Siamo pronte, con Finger Talks, a presentare al pubblico Immaginario, mercoledì 6 marzo, per condividerlo con più persone possibili (genitori, insegnanti, colleghi) e iniziare una sperimentazione, così da comprenderne le ricadute sullo sviluppo di future App per la comunicazione in uscita, funzione attualmente prevista da Immaginario solo per la scelta tra due carte.
Il costo dell’applicazione accessibile (14.99€), la possibilità di provare gratuitamente la versione LITE e la prospettiva di creare nuove versioni anche per Android, iPad e Tablet, ci fanno sperare che questo sia il primo passo verso un uso ragionato, funzionale e responsabile delle nuove tecnologie.
Siamo aperti al confronto e alla condivisione di informazioni e pensieri con chi fosse interessato ad approfondire l’argomento.
Un grazie di cuore a tutti quelli che ci hanno offerto il loro preziosi consigli: in particolare Marilena Zacchini, Simona Ravera e Paolo Manfredi.
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